Dopo la tempesta, la … calma

Dopo un mese trascorso con enormi sofferenze a Cattinara, il 23 novembre mia mamma è finalmente dimessa e può essere accolta nella RSA San Giusto, stanza 110, l’ ultima del lungo corridoio. La stanza è bellina, ma la compagnia non è delle più allegre: vicino alla porta c’è Rosa, 95 anni, tenuta in vita dall’ossigeno dopo 3 ictus avuti in 2 mesi. Dall’altra parte c’è Albina, che non fa altro che invocare tutto il giorno i nomi dei familiari o addirittura della mamma; di fronte c’è Vanna, che si è fratturata braccio e femore ed è sul depresso… A Rosa, la peruviana molto gentile che ha accolto e che lavora con la porta aperta, accenno subito alla possibilità di metterla in una stanza meno triste… Ma piano piano, giorno dopo giorno, l’atmosfera cambia. Già la sera stessa scopro che Albina è la nonna di Fabio, mio ex-alunno, e di Manuela Declich, consigliera comunale. Il giorno dopo vengo a sapere incidentalmente che la figlia di Rosa è amica di Paola Bissaldi e desidererebbe i Sacramenti per la mamma, prossima a varcare la soglia dell’eternità. Infine scopro che Vanna è parente di Fabio Spehar, il fisioterapista già amico nostro di gioventù che aveva aiutato nostra mamma quando si era fratturata la gamba tre anni fa. Ho visto nuove queste persone che soffrono come noi per la situazione della persona loro cara.
L’amore per mia mamma e per le altre persone mi ha suggerito un’idea: chiedere a don Muggia, che celebra la Messa nella cappella dell’ITIS in mancanza di un cappellano, che venga a dare l’ Unzione degli Infermi a Rosa e porti Gesù Eucaristia a mia mamma nel giorno del suo 99 compleanno. Così domenica 26 novembre, dopo la Messa celebrata presso le Suore di Carità, porto in macchina all’Itis don Giampaolo e mi reco con lui nel reparto RSA: trovo la stanza rifatta bene, mia mamma che lo aspettava in corridoio insieme a Vanna che era contenta anche lei di ricevere Gesù (come di sentire Radio Maria!). Ho disposto i fiori portati per il compleanno della mamma, ho letto il Vangelo e poi ho assistito don Giampaolo mentre davano l’unzione degli infermi a Rosa… Qualche ora dopo, tornata per il pranzo, mi vedo arrivare una pianta di ciclamini dai parenti di Rosa in segno di riconoscenza. Questa pianta il giorno dopo l’ho portata in chiesa dell’Itis insieme alla badante di Rosa, che era contenta di sapere che c’è una chiesa in questo luogo di sofferenza. E lei si prende cura di Rosa ma anche di mia mamma, di Albina, di Vanna quando non ci siamo noi parenti. Il personale si stupisce di quest’accordo che trova entrando nella stanza 110, come hanno mostrato di gradire le paste che abbiamo portato loro dopo la festicciola che abbiamo fatto domenica pomeriggio con i nipoti e una pronipotina per solennizzare con una nota allegra questi 99 anni, con la speranza di poter fare presto a casa sua una festa vera e propria con la classica torta. E’ qui per la riabilitazione e con la speranza di poter tornare a casa sua, con l’aiuto di Dio e …dei fisioterapisti e la forza indomita di volontà che la caratterizza da sempre.

Rita Corsi


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